Gaetano Licata

Gaetano Licata
Gaetano Licata

Biografia

Gaetano Licata nasce a Favara (Ag) nel 1963.

Pittore autodidatta, la sua impronta artistica ha modo di plasmarsi attraverso gli studi intrapresi presso l’Istituto d’Arte “Fidia” di Agrigento.

Subito dopo gli studi, si trasferisce in Liguria per motivi di lavoro, frequentando nel contempo vari ambienti culturali e pittorici del luogo, inizia la sua prima ricerca pittorica, guardando dapprima, ai grandi maestri del passato, poi affascinato dal mondo metafisico e dall’astrattismo.

Esegue diversi lavori a tema, su cui ne studia gli aspetti, la spazialità, le composizioni e le tecniche cromatiche, sviluppando così un linguaggio artistico autonomo e originale. Intorno agli anni ‘90 torna in Sicilia, dove lavora presso il Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento, periodo in cui dedica intensamente la cura particolare nella ricerca continua e da cui nascono diverse opere dalle grandi dimensioni e dalle innumerevoli forme geometriche, apprezzate nelle varie mostre espositive, dal pubblico e dalla critica.

Spazio, colore, forme geometriche e cenni metafisici, sono per l’artista espressione di un connubio armonioso di colori e geometrie, motivo di uno studio sempre continuo ed accurato nelle composizioni.

Gaetano Licata vive ed opera a Favara (Ag).

Licata Gaetano - Sfera - olio tela - 57 X 43
Licata Gaetano - Sfera - olio tela - 57 X 43

GAETANO LICATA IL FASCINO DISCRETO DELLA GEOMETRIA
di Ubaldo Riccobono

Il pittore moderno non è un vate, ma un semplice seduttore, seduttore di forme, da cui si sente al contempo sedotto, trovandole al suo interno, quasi straniato dalla realtà circostante.

Così, nei quadri di questo originale pittore è palpabile questo fervore tutto compositivo che arriva fino alle soglie della metafisica, nella ricerca continua e intenzionale che va al di là di ogni percezione visiva; con ciò sfatando, come avevano fatto gli astrattisti, la concezione courbettiana per la quale ciò che non era concreto non poteva chiamarsi pittura.

Come tutti gli astrattisti, Gaetano Licata dimostra che, al di là della realtà, la pittura sa essere pregnante e, rappresentativa di sentimenti, soprattutto laddove i suoi colori vengono mossi a riempire spazi, ad inventare geometrie, fino al limite dell’impossibile, con una tecnica che vuol fondare un’armonia sua propria, attraverso forme nelle forme, gestite a metà tra l’algebra e la musica.

Licata vi arriva quasi per premonizione, come percorso già iscritto e vissuto nell’anima, da rivivere e da riproporre, più che da vivere e proporre.

E questo suo percorso s’invera anche nei titoli dati ai quadri, che denunciano quanto lontana sia la realtà, dalla quale il pittore si allontana ma non rifugge, perché solo immergendosi nel suo elemento primigenio l’arte diventa ascesa e, assoluto. I colori hanno una funzione predominante, variati in ragione della suddivisione degli spazi, a creare accordi non soltanto visivi, ma anche ritmi che si realizzano nella dimensione del tempo.

Iniziando da questa mediazione spazio-temporale, Licata realizza opere ricche d’implicazioni che cantano una nuova gioia, un confortante ottimismo e una grande fiducia nello spirito umano.

Basandosi sempre sulla nozione di un dinamismo visivo evocato dal colore, come necessità interiore, le sue opere restano fedeli al perseguimento dell’armoniosità, come valore fondante indefettibile. E’ lo spirito della geometria - esaltato da Blaise Pascal.

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