Ugo Tapparini

Biografia

Ugo Tapparini è nato a Lecce da famiglia veronese.

La madre era pittrice e scrittrice, lo zio poeta.
Disegnatore, giornalista e scrittore, ma la sua grande passione è sempre stata la pittura.

Della sua opera si è molto occupata la stampa e la critica.

Notevole la sua bibliografia; è presente tra l’altro in Bolaffi Arte 1973, 1975; Comanducci 1975; Arte Mondadori 2002-2003.

Mostre

Mostre personali:
1971 Bari, Davidi Gallery
Venezia, Galleria Fontana
1972 Milano, Art Center
1973 Bari, Arte Spazio
Taranto, Galleria SK
Cortina d’Ampezzo, Palace Cristallo
1974 Rimini, Art Center
1975 Ferrara, Galleria L’Alba
Milano, Art Center
Padova, Arte Nuova
2000 Aradeo, Galleria del Popolo
Venezia, Galleria Percorsi d’Arte ‘90
2002 Gallerie Elisir (18 città d'Italia)
2003 Imola, Galleria del Risorgimento
2003 Gallipoli, sala esposizioni del Teatro Italia
2004 Udine, 17 aprile
2004 Montespertoli (Fi), Firenzeart Gallery

 

Nel 2003 un Cristo è stato donato ai Musei del Vaticano.


Recensioni

“Un enigma per chi vede il mondo nello spettro dell’usuale.

Un paradosso per i più preparati”.

Così si definisce Ugo Tapparini, che ama raccontarsi oltre che a parole attraverso i suoi personaggi grotteschi, simboli del mondo che lo circonda, che - come tiene a precisare - lo interessa sempre, nel bene e nel male, convinto che tutto abbia un senso.

La sua formazione comprende ampie esperienze, ad iniziare da un clima familiare variegato e stimolante, alla frequentazione di grandi nomi della cultura e dell’arte, da Guttuso a Leo Longanesi e la collaborazione al Borghese, dal contatto con Levi, Zigaina, Migneco all’amicizia con Piero Manzoni, dal quale rifiutò sempre le sue famose scatolette.

“E’ strano - osserva Tapparini - come certe persone si incontrino e si capiscano, anche se opposte”.

E’ tornato alla pittura dopo aver fatto il giornalista, lo sceneggiatore, il costruttore edile, perché “il colore, il disegno erano lì, in agguato, e sapevo che ci sarei infine arrivato del tutto, senza altri impegni”.

E nella sua pittura mette il suo modo di vedere le cose, appassionato, fantasioso, vitale e soprattutto ironico.

L’accostamento a Botero e a Franz Borghese viene spontaneo, ma in realtà il linguaggio di Tapparini li precede e forse solo da Maccari eredita quella satira amara, quel senso di vuoto, di malessere e di inadeguatezza che ognuno di noi si porta dentro e che trova espressione in atteggiamenti goffi, non voluti e proprio per questo esaltati dal taglio caricaturale, amplificati da quelle proporzioni sproporzionate, da quei colori forti e contrastanti, da quel segno incisivo e geometrico.

“Uno sberleffo alla vita” è stata definita la sua opera, ma anche una riflessione attenta, puntuale, ricca di argomentazioni e di approfondimenti continui sulla totalità dell’esistere, che va dal passivo sgomento stampato sui faccioni dei suoi personaggi, alla gioia e all’emozione dinanzi ad un paesaggio o ad un tramonto.
“L’essere immersi nel sogno di sempre senza astrarsi dalla realtà” - come annota l’artista - è forse il desiderio di tutti. Tapparini riesce a metterlo in pratica e a rendercene partecipi.

UGO TAPPARINI - IMMERSI NEL SOGNO DI SEMPRE Gabriella Gentilini

Tapparini Ugo - La città in fiamme - olio tela - 90 X 90
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